giovedì, giugno 29, 2006

I have a dream...

Mi si perdoni per l'impropria citazione, ma questa iniziativa lanciata da RadiconsED, mi alletta un bel po'!
Qui si è intimamente italiani, ma grandemente filo-americani. Gli Stati Uniti mi facevano paura... sì, ma solo prima di andarci, di viverci quattro mesi... poi la gioia e l'orgoglio di essere italiano sono rimasti, ma vi si è aggiunta la profonda nostalgia per un modo di vivere decisamente più attraente, ma che mai, qui da noi potrà essere.
 
Vi riporto in toto quanto ha scritto:
 
Cambiare l'Italia educando gli italiani al liberalismo sarà dura. Un piccolo passo rivoluzionario per cambiare in un sol colpo molte cose sarebbe questo : l'Italia  aderisce agli Stati Uniti d'America con leggera precedenza rispetto all'Europa.  In un attimo diventiamo federalisti, cambiamo la legge elettorale e riformiamo la costituzione. Ci becchiamo il dollaro e attiviamo la doppia circolazione ripristinando la lira. Tutti gli americani vengono in vacanza in Italia , il sistema turistico italiano ne trae giovamento e sufficiente sussistenza da poter fare a meno degli altri turisti rompi palle. Napolitano lascia temporaneamente il posto a Bush (tanto tra due anni si vota, può sempre provare a candidarsi ).Parliamone un attimo con Blair e Sua Maestà la Regina Elisabetta e vediamo di attivare insieme le procedure di inoltro della domanda di adesione. A quel punto, tra l'altro, sarà bello vedere la faccia dei francesi e dei tedeschi.Se tra i 25 lettori di Radicons ( a proposito : vi vogliamo bene ! ) ci fosse qualcuno interessato ce lo dica : mettiamo giù la domanda in carta bollata, raccogliamo in calce quei 25/30 milioni di firme e inoltriamo il documento alle autorità competenti. Fate circolare la proposta, non c'è tempo da perdere. RadiconED
 
Rimarrà un sogno, resterà solo una provocazione, ma vale la pena provarci, no?

mercoledì, giugno 28, 2006

Basta!

Anche il referendum è andato... così! L'ennesima sconfitta per una Casa delle Libertà in cui la vita sembra sempre più simile a quella dei coniugi Rose. Non sarà l'ultima, perchè piaccia o meno la Casa delle Libertà è finita. Non è una notizia di oggi. E' finita il giorno dopo le elezioni politiche, le vicine scadenze della Amministrative e del Referendum hanno solo obbligato, per necessità contingenti, a restare uniti.
 
Il problema è serio, politico e di consenso.
Politico, perchè da almeno un anno Forza Italia, UDC, AN e Lega di idee ne hanno pochine. Hanno vivacchiato al governo cercando di non scontentare nessuno, ottenendo il mirabile risultato di non rendere contento alcuno. Qualche buona riforma è stata fatta, ma meno, molto meno del previsto e del possibile data la maggioranza di dimensioni consistenti che aveva in parlamento. Il problema non è il leader, o meglio Berlusconi non è il solo problema. Fini e Casini hanno provato a smarcarsi durante la campagna elettorale, ma si sono dimostrati non vincenti, non hanno portato alcun valore aggiunto. Berlusconi non ha più lo smalto di un tempo, ma è l'unico che ci ha creduto fino in fondo. Il problema è che manca una visione, manca (paradossalmente) una comunicazione efficace, manca la convinzione avere ancora un contributo interessante da dare, una visione dell'Italia in cui l'elettore, il cittadino, l'uomo e la donna si possano riconoscere.
Qui nasce il problema del consenso. La vera vittoria di Berlusconi dal '94 ad oggi è stata quella di aver conivolto nella politica anche chi ne era lontano e indifferente. Ma il popolo di CentroDestra, il popolo dei cosìdetti moderati, non firma cambiali in bianco, non dà in subappalto il proprio cervello ai vertici del partito o all' ideaologia.  Il popolo dei moderati è un popolo conservatore, che vive la politica in funzione della propria vita e dei propri valori. Legge i giornali, ma ha un suo cervello, ragiona n parte con la pancia, in parte con il portafoglio, ma quello che chiede dalla politica è che gli garantisca le condizione per vivere nel miglior modo possibile. Non è una massa, ma è fatto da singoli, tutti diversi.
 
Alle ultime politiche si è arrivati vicini alla vittoria, ma a mio parere solo per paura dell'altro schieramento. Non tanto per convinzione. Io non ho votato Forza Italia perchè fosse il migliore dei partiti possibili, ma perchè era (ed è) il minore dei mali possibili, perchè rappresentava (e rappresenta) l'unica flebile possibilità di alleggerire quel pachiderma statico e invecchiato che è la Repubblica Italiana. Perchè rappresenta l'unica flebile possibilità di smetterla di vivere e fare nonostante lo Stato.
 
Ora che le campagne elettorale sono finite smettiamola con la polemica contro i poteri forti. Quando si invocano i poteri forti, si riconosce di avere un pensiero debole!
Basta con questo assurdo atteggiamento del sempre contro che ha contraddistinto i primi mesi di opposizione, smettiamola di ricontare i voti e cominciamo a riaccendere le menti.
Basta cercare la verità e le linee politiche nei sondaggi! I sondaggi sono solo la foografia, un istantanea del pensiero e dell'opinione messa su carta, cristallizzata, ma la realtà è dinamica, muiltiforme, sfuggente, caotica e spesso incoerente; le opinioni cambiano in funzione degli stimoli, delle circostanze, di tutte le condizioni al contorno. E' qui che si gioca la partita: nelle condizioni al contorno.
Perchè ad inseguire i sondaggi si resta sempre indietro, ma se si fosse capaci di comunicare quello che si ha in mente per migliorare l'Italia, se si avesse la capacità di proporre una poltica che risponda non solo alla pancia, ma anche al cervello, che vada incontro al sacrosanto desiderio di realizzazione e di libertà che c'è in ogni uomo, stimolando la sua intelligenza invece che sminuendola, allora il consenso verrebbe da sè.
La politica, per la sinistra, è una cosa seria! Da tecnici, da addetti ai lavori, ma dalla politica dipende la vita di tutti i giorni (purtroppo) per cui è cosa mia, è interesse mio, cari dirgenti della Casa delle Libertà, puntate su questo!
Basta con gli slogan, le frasi ad effetto e sempre sopra le righe è il momento di scendere dai castelli di carte su cui vi siete issati pensando che fossero troni dorati del pensiere, per scendere a terra, al livello della gente.
Basta lamentarsi, basta con i "non ci hanno capiti", con le Regioni Rosse, con il dire che è sempre colpa di qualcun'altro, con "la gente non è andata a votare" etc etc.... la domanda è semplice e per risolvere i problemi da quella bisogna partire: dove stiamo andando?

Altrimenti addio... il destino è di restare minoranza strutturale, di rimanere solo il, sempre meno credibile rifugio, di chi non vuole rassegnarsi alla sinistra.

giovedì, giugno 22, 2006

Referendum e idiotologia

Il prossimo fine settimana si vota per il referendum confermativo della riforma costituzionale varata nella passata legislatura dalla maggioranza di centrodestra.
Io andrò a votare e voterò sì.
La scelta non è stata facile, i giornali ne hanno parlato, a mio parere poco e male, le televisioni quasi non ne hanno parlato e perggio di tutti sono stati i politici.
I politici (praticamente tutti) hanno fatto la loro "campagna" referendaria a slogan (o almeno solo quelli sono stati riportati). Chi ha la pazienza di leggere tutta la riforma si può accorgere da solo che non c'è alcun pericolo di unità nazionale, anzi questa riforma è, a mio parere, più centralista di quanto sia federalista. Quindi a destra, chi la cavalca decantandone le virtù federaliste per lo meno esagera.
La sensazione mia è che il nostra paese sia pieno di idiotologie. Mi scuso con i miei dieci lettori (che ringrazio ;-) ) per il terribile neologismo, ma trovo renda l'idea. Nelle discussioni che mi trovo a fare. in ufficio, a casa e tra amici il dibattito sul referendum parte dal rinfacciamento meccanico degli slogan partitici, dopo un pò si scopre che quasi nessuno ha letto realmente il testo della riforma e poco dopo si conclude, senza che nessuno degli interlocutori abbia cambiato idea, con la frase di rito " voto, no perchè la riforma l'ha fatta Berlusconi a maggioranza" o dall'altra parte "voto sì, perchè la riforma l'ha fatta Berlusconi (o relativo leader di partito CDL a piacere, NdSGS) e voi avete fatto lo stesso nel 2001" . Ecco dove sta l'idiotologia. Idee mie, critiche mie, pensieri miei zero al quoto. Il cervello dell'idiotologo è stato dato in uso gratuito alle sopraffine menti di partito.
 
Ora io la riforma l'ho letta. Il linguaggio è sempre un po' difficile per me povero tapino ingegnere che di legge ne capisce poco, ma visto che questo passa il convento si fa di necessità virtù.
Voterò sì, come ho già detto, anche se ultimamente le uscite dei leader della CdL (no, Follini non lo considero nè leader nè della CdL, tranquilli) mi hanno fatto passare la voglia di andare a votare.
Voterò sì, pur considerando il voto a maggioranza un errore, perchè per lo meno una riforma è passata, mentre le grandi intese richiedono tempi lunghi, maggioranze e opposizioni disposte a dialogare e la situazione italiana, non lo permette.
I lati positivi sono a mio parere diversi. Ne elenco alcuni:
  • rafforzamento dei poteri del premier e sua elezione diretta;
  • superamento dell'assurdo bicameralismo perfetto;
  • un minimo di devolution con una più chiara distinzione tra competenze statali e federali;
  • la riduzione dei parlamentari;
  • riduzione dell'età minima per l'elezione a deputato e per le altre cariche (magari finisce la geriatrocrazia italica!);
Ci sono anche aspetti che non amo:
  • le norme antiribaltone: sono figlie dei nostri tempi, ma le trovo eccessivee destinate a "invecchiare", in ogni caso blindano la maggioranza, a meno di un ritorno alle
  • i tempi di attuazione decisamente lunghi;
  • un federalismo fiscale prospettato, previsto, ma non attuato.
In ogni caso, per uscire dalla schiavitù dell'idiotologia un letta conviene darlaa questa riforma! Almeno per evitare di parlare per sentito dire. Poi ognuno resterà, magari, con le sue idee, ma almeno saranno motivate.
 
Io della nostra Costituzione, che considero importante, ma non certo Sacra (tantomeno Bibbia Civile), cambierei molto di più.... cominciando dall'articolo 1, che già dall'inizo la squalifica..."L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro." Con tutte le cose su cui fondare una Repubblica possibile che non se ne sia trovato una migliore del lavoro???

martedì, giugno 20, 2006

Telefonate, donne e maschilismo

Non so voi, ma a me tutto questo fiorire di intercettazioni comincia a dare i nervi. Già mi infastidisce infinitamente il pensare che, oggi come oggi, è più facile essere intercettati che non esserlo, poi il vedere i giornali "seri" dedicare pagine e pagine a intercettazioni che sarebbero più adatte a giornali scandalistici che ad altro mi getta in una specie di sconforto. E' chiaro che i processi, ormai, si fanno in piazza e che la presunzione d'innocenza di fatto non esiste, così come la tutela della privacy di chiunque sia inquisito. Sul fatto, poi, che le intercettazioni telefoniche possano valere ocme prove c'è tanto da dire... se ognuno fosse definito e giudicato in base a quello che dice al telefono, magari in confidenza, magari parlando tra amici, beh probabilmente saremmo tutti evasori fiscali, magnaccia, omicidi e ladri... perchè tra quello che si dice e quello che si fa passa quel mare di coscienza che ognuno di noi possiede. Passa quel mare di intelligenza che separa le nostre azioni dalla miriade di puttanate che ogni giorno pronunciamo.
 
Nella pubblicazione di intercettazioni (chissà chi se le procura, poi) non c'è la volontà di trasparenza morale(?), nè la voglia di ottenere giustizia, ma solo un insana voglia di sputtanare. Tutto il resto è fuffa. I processi si fanno in tribunale, non sulle colonne dei quotidiani, ma in uno stato dove il magistrato è il puro che ha come missione quella di purificare la società, di moralizzare il mondo, in cui le virtù sono destinate a rimanere private (non fanno notizia), ma i vizi devono essere di dominio pubblico per il sollazzo di tutti, questi sono solo dettagli.
 
L'argomento di discussione, poi, sembrano essere, principalmente, le diverse aspiranti stelline che per fare carriere hanno fatto l'estenuante tour di tutti i potenti. Dal mio punto di vista son ben fatti loro, libere di decidere della loro vita e del loro corpo come peggio credono. Se ritengono che per fare carriera sia utile andare a letto con tizio piuttosto che con caio, fatti loro, di tizio e di caio. anche per questo mi fanno un poco ridere le parole del Presidente del Consiglio: "Questa strumentalizzazione della donna è terribile. Il quadro comune di tutto quello che leggete è proprio la strumentalizzazione e il disprezzo per la donna. Questa è l'unica cosa che mi ha colpito, poi per il resto sono episodi che insomma... vedremo, si vedrà "
 
Ora va bene, è ingiusto che i posti nei programmi siano dati in base a prestazioni professionali non strettamente necessarie al lavoro assegnato, ma dove sta la strumentalizzazione della donna? Non sono state forse libere quelle donne nelle loro decisioni? A me la frase, che forse voleva essere femminista, suona del oslito maschilismo celato, la donna esiste solo dal punto di vista maschile, non ha mai colpe ed è sempre vittima. In questo scenario definire chi strumentalizza chi non mi sembra nè banale nè scontato.

Quanto ci costa il parlamento...

C'è un interessante schemino a pagina 11 de La Stampa di oggi. Mette a confronto la spesa pro capite di ogni cittadino dei cinque maggiori stati europei Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna per mantenere, rispettivamente Camera dei Deputati, Assemblee Nationale, Bundestag, House of Commons e Congresos de los deputados.
Risultato:
  • Italia: 16.3 Euro;
  • Francia: 8.1 Euro;
  • Germania: 6.3 Euro;
  • Gran Bretagna: 3.8 Euro;
  • Spagna: 2.1 Euro.
Il sorprendentissimo risultato è che in Italia il mantenimento della Camera dei deputati costa il doppio dell'omologo francese, due volte e mezzo l'omologo tedesco, quattro volte quello britannico e ben 8 volte quello spagnolo. Non male dire... forse che la nostra scarsa competitività abbia anche radici istituzionali?

giovedì, giugno 15, 2006

TAV - Tanti Annunci a Vanvera

15 Giugno 2006 - "La TAV in Val Di Susa l'ha bloccata Berlusconi cheha dovuto prendere atto della protesta dei cittadini. Ma per quanto mi riguarda so per certo che l'alta velocita' Torino- Lione non si fara' nemmeno durante gli anni del governo di cui faccio parte".  Paolo Cento Sottosegretario all'Economia 
 
14 Giugno 2006 - "Sulla Tav non ci sono decisioni di fondo da prendere: esiste un impegno di governo italiano quale che sia, di destra o di sinistra, per attuare una rete infrastrutturale europea e quindi questo va onorato" ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle Infrastrutture

9 Giugno 2006 - "Nessuno mette in discussione il fatto che si debba realizzare la Tav" Alessandro Bianchi, MInistro dei Trasporti

7 Giugno 2006 - "Non parliamo di tav, perché la tav non esiste parliamo di alta capacità, o meglio come potenziare la Torino-Lione e mandare più merci. Questo è un obiettivo che trova tutti d' accordo. Il modo va definito dal comitato tecnico" . Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell'Ambiente
 
Io non ho ancora capito se sta benedetta TAV ci sarà, non ci sarà o che diavolo abbiano in testa di fare. La cosa che mi preoccupa è che non lo hanno capito nemmeno loro, ma si sa la concertazione, il vero mantra risolvi problemi dell'era dei lumi unionista presuppone di mettere intorno ad un tavolo a discutere non su una proposta, ma su ipotesi, variabili, possibilità e chi più ne ha più ne metta. Se no riuscirebbe difficile dire a sindacati e industriali che si ha competa identità di vedute con entrambi.
 
Per cercare di capire se la TAV si farà, ho riletto il ProDramma....
 
«Con riferimento al settore delle ferrovie, proponiamo di proseguire lungo il solco tracciato dai governi di centrosinistra nell'adozione dello standard di Alta Capacità della rete, come strumento di potenziamento del trasporto di persone e di merci e dunque di alleggerimento del traffico stradale. Proponiamo inoltre l'adozione di un programma pluriennale
di investimento sul materiale rotabile, che possa diventare anche un'occasione per il rilancio di ciò che rimane del settore industriale di riferimento.».
Programma dell'Unione pag.139
 
Eh beh, nel programma c'è davvero tutti... tranne l'essenziale.

martedì, giugno 13, 2006

In 102 nella stanza del buco

E' uno spasso l'Italia ai tempi dell'Unione! La compagine governativa è arrivata al ragguardevole numero di 102 tra ministri, viceministri e sottosegretari, in tal modo ha battuto tutti i record, già all'inizio della legislature. Sono risuciti subito a battere il numeri del Berlusconi III, ma anche del più longevo politico italiano il Divin Giulio... sarà forse per compelsso di inferiorità. Comunque siamo solo all'inizio e nuovi strabilianti record potrebbero concretizzarsi!
 
Oltre a questo traguardo la compattezza della maggioranza è esemplare. Il piccolo incidente avvenuto alla commissione Difesa del Senato è chiuso. Così è stato dettp dopo un vertice dell'unione. Il metodo di risoluzione delle piccole controversie è finalmente la concertazione. Riferisce, infatti, l'AGI: "a partita non puo' chiudersi cosi': per l'Unione e' giusto ristabilire gli equilibri interni e la quadratura del cerchio, ma guai a parlare di risarcimento, potrebbe arrivare dalle commissioni bicamerali.Per il Prc, infatti, si profila la possibilita' di ottenere in cambio della presidenza persa un'altra poltrona di rilievo, come la guida della presidenza dell'antimafia o, piu' probabile, quella della commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.". Il senatore De Gregorio (IdV) ha perso bene tutta la vicenda, ha infatti dichiarato: "Il partito della Rifondazione comunista, piuttosto che insultare il prossimo, chieda scusa agli italiani per le affermazioni lesive della dignita' e del potere rappresentativo delle forze armate, portabandiera della solidarieta' e della pace, impegnate in missioni di ricostruzione economica, civile e materiale contro il terrorismo, al servizio del paese e delle alleanze internazionali dell'Italia". Il caso, però, è chiuso. Se lo dicono loro...
 
Per un caso che si chiude, un buco che si apre. Il Ministro per la Solidarietà Sociale ha proposto di aprire anche in Italia le "stanze del buco", " nell'ambito di politiche di riduzione del danno" (???). Inoltre ha detto che vuole "sterilizzare" gli effetti negativi della legge Fini-Giovanardi per "impedire ulteriori arresti di consumatori di spinelli ". Si sà avere in tasca 20 spinelli è sicuramente e solo per consumo personale (manco fossero Marlboro!). Pare che la prima "stanza" verrà installata a Palazzo Chigi... questi nuovi ministri date le dichiarazioni non possono che essere soggetti a sostanze stupefacenti.
 
Oggi Tocque-ville compie un anno. Robinik ha allestito una pagina speciale. Vale la pena farci un giro. Io devo molto a Tocque-ville. Se ho aperto questa specia di blog è soprattutto per la bellezza di questo aggregatore e della maggior parte delle persone che vi contribuiscono. Buon compleanno!

martedì, giugno 06, 2006

Gli avvoltoi e l'angolo retto

«Non ci facciamo dettare l'agenda politica da chi usa il terrore e la morte. Il terrorismo dev'essere respinto con fermezza. Tuttavia, auspichiamo che il governo continui a perseguire nei prossimi giorni l'obiettivo del più rapido ritiro di tutti i militari italiani in Iraq, perchè questa è l'unica soluzione per garantire la sicurezza delle truppe che sono adesso schierate, per far uscire l'Italia da una assurda, drammatica, inutile guerra ». Paolo Cento (Verdi), Sottosegretario all'economia
Marco Rizzo (Pdci), «non un minuto di più deve permanere il nostro contingente in Iraq, in territorio di guerra -non giusta - a rischio e pericolo della vita. Si disponga il ritiro il più in fretta possibile ».
«La strategia del "ritiro con lentezza" è la meno efficace e la più irresponsabile, perchè espone le nostre truppe a ritorsioni ed attacchi tesi anche a far cambiare idea al governo italiano. Accelerare il rientro del nostro contingente è il solo modo di garantire le condizioni di sicurezza in una realtà dove l'occupazione militare straniera sta facendo sprofondare, giorno dopo giorno, l'intero Iraq in una sanguinosa guerra civile ». Alfio Nicotra (PRC)
Arturo Parisi, Ministro della Difesa «La nostra preoccupazione già forte si accentua ulteriormente, ma non cambia nulla rispetto ai piani e ai programmi di rientro dei nostri militari che il governo stava mettendo a punto in accordo con il governo iracheno e le forze alleate ».
«Dolore, solidarietà e vicinanza alle Forze armate italiane, ancora una volta duramente colpite nell' adempimento del loro dovere in una missione di pace». Massimo D'Alema , Ministro degli Esteri
 
Il solito balletto - ne sono stanco - con gli avvoltoi, che col sangue ancora caldo, vanno a cercare i loro cinque minuti di celebrità, sfruttano l'occasione tragica per mero tornaconto politico: via, ora.
Come, giustamente, ricorda D'Alema, siamo in missione di pace, ma i suoi compagni (e mai termine fu più appropriato) di governo sono lì a definirla guerra o occupazione, per di più ingiusta.
Il ministro per non fare gaffe dice e non dice parla di programmi di ritiro che nemmeno lui conosce, ma i terroristi non sono stupidi e, forse, hanno capito che posso avere anche loro voce in capitolo nelle decisioni di un Governo italiano, mai così diviso sulla politica estera.
Intanto un altro nostro militare ha perso la vita per difendere la libertà del popolo iracheno. Tutti unanimi nel cordoglio, nel dolore, ma se continuerà questo balletto indecente su un ritiro che puzza sempre più di fuga, temo che non sarà l'ultimo. Si mettano d'accordo sui tempi e in fretta. Almeno avremo chiarezza, tanto la faccia e gli uomini, gli abbiamo già persi.
Oggi è chiaro quale sarà il profilo italiano in politica estera... quello ad angolo retto, a 90°.