mercoledì, marzo 15, 2006

Duello bislacco, con serietà a margine

Bene, bene ieri c'è stato il tanto atteso e agognato duello. Non sto parlando di Inter-Ajax, ma della vera partita: qeulla tra Berlusconi e Prodi.
Oggi tutti i giornali e quasi tutti i bloggers hanno dato i loro pareri, i loro voti. Hanno riportato i commenti dagli spogliatoi. La sinistra, che si crede la Juve, ha già detto di avere in mano lo scudetto, almeno per 5 anni. La destra sostiene di aver vinto, ma parte il gioco a smarcarsi delle tre punto, proficuo quanto un autogol all'ultimo minuto.
In realtà, per come la vedo io ognuno ha vinto, ma solo nel suo ambito. Sia Prodi che Berlusconi hanno vinto a loro modo. Prodi coerentemente con il suo programma è stato generico, ma ha lanciato sul futuro, sproloquiato di unità nazionale, cercato di affermare la serietà come valore (la sua parola più ricorrente), in più come ogni elettre di sinistra ha sostenuto che il nostro è un paese allo sfacio.
Berlusconi ha difeso a spada tratta il suo operato, ha sparato numeri manco fosse all'estrazione del lotto, ha attaccato dove doveva, ma non ha bucato lo schermo.
Con ciò ognuno ha fatto più o meno quello che si aspettavano i suoi sostenitori.
In ongi caso è stao un duello inutile e quasi tutte le analisi si fermano ai discorsi da bar sport e a riportare i giudizi di diverse tifoserie. Io non ne posso più. Il nostro paese è allo sfascio (io non ci credo e nemmeno lo vedo lo sfascio, ma diamo per vero quel che dice la sinistra) e si parla di dettagli. La posta in gioco è ben altra, a mio modesto parere, e non è venuta a galla se non in pochi momenti durante il dibattito e mai nella ridda di processi alla Biscardi messi in piedi da chiunque abbia commentato.
Berlusconi lo ha detto, ma non ci credeva molto neanche lui. Lo scontro è tra due diverse visioni dello Stato. Lui è per lo Stato leggero, Prodi dice di esserlo. Al primo posso credere, il secondo mi fa ridere. La sfida è tra il sogno del centro sinistra di uno stato che decide qule sia il bene comune e lo persegue con serietà, reperendo risorse dal cittadino, dando poi più o meno servizi, centralizzando l'educazione, la sanità e tutto quello che riguarda la vita sociale. Per fare questo ha bisogno di apparati intermedi, di dialogare per giustificare ciò che fa, di commisioni, assemblee e chi più ne ha più ne metta. Perchè lo stato sa meglio del cittadino (bue e zotico ai loro occhi, non per altro circa meà dei cittadini votano Berlusconi) qual'è il suo bene.
Io alla bufala del bene comune non credo. Il bene comune consiste nel bene individuale dei singoli che compongono la società, per cui non può esistere un bene comune che non parta dal mio e dal tuo bene. E lo Stato, nessuno Stato, può decidere per me quale sia. Un esempio è la proposta del Servizio Civile obbligatorio. Prodi ha sostenuto che fa bene ai giovani. Ma lasci che siano i giovani a deciderlo! Io ho fatto e faccio volontariato, mi metto al servizio degli altri in maniera gratuita, ma il bello è che è una mia decisione, una mia scelta e per questo ci metto il cuore, l'anima e il cervello. Se mi fosse stato imposto l'avrei fatto con fastidio e sicuramente avrei imparato meno di quanto abbia capito in qiesti anni al fianco dei malati a cui devo la gran parte della mia formazione umana. La solidarieà non può certo essere imposta per legge.
Dall'altro lato quello, a destra, vorrei vedere di più i segni di uno Stato leggero. Questi 5 anni passati non lo hanno portato, ma forse c'è speranza. Io ci credo e per questo voterò lì. Perchè vorrei essere io a decidere come educare i miei figli, come spendere i miei soldi, come provvedere al mio futuo e alla mia pensione. Perchè ogni scelta che ho fatto nella vita mi ha aiutato a crescere e a maturare e se mi fosse stata imposta, se lo stato si fosse preso la delega delle mie scelte, credo che sarei meno libero. Per cui spero in Berlusconi, spero nello stato leggero che garantisca il minimo di servizi sociali, che deleghi ad altri (organismi, aziende, associazioni) quello che possono fare meglio di lui e con meno risorse. Le opere pubbliche non sono il cuore della discussione, queste elezioni si possono vincere o perdere, ma quello che importa è capire il quadro di un progetto di lungo periodo che ci faccia passare dal dire "Piove, governo ladro" a "Porca vacca, ho dimenticato l'ombrello".
Infine, profesor Prodi, non sarà il suo governo a potermi rendere felice, ma le mie scelte e, a Dio piacendo, le circostanze che la vita mi porterà ad affrontare.

3 Comments:

Blogger valeforn said...

Is the same old song.
L'ala protettrice dello stato che tutto fa e tutto cura contro l'idea dell'individuo come punto focale.
Ricordo sempre la bellissima frase di un grandissimo Reagan cha a tal proposito diceva più o meno cos': "Le nove parole più terribili sono: I vengo da parte del governo e sono qui per aiutarla".

6:22 AM  
Anonymous Anonimo said...

E Bertinotti ieri ha esteso questi concetti, facendo discorsi talmente dirigistici (sulla cultura, i film, la sanità) da far veramente tremare i polsi.

10:44 AM  
Blogger SGS said...

Ieri ho sentito Prodi davanti alla confindustria. Solita solfa... ad una domanda dice faccio, all'altra non lo faccio! Mah

1:54 PM  

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