martedì, gennaio 17, 2006

Sciopero, ma che sia serio!

Tutto mi nasce da questa notizia.
Il governo (finalmente) sottilinea (senza perà far nulla, ma come potrebbe?) che le azioni sono illegali. Da leggere la risposta di Marco Rizzo (Rifondazione Comunista): «In tutta la vicenda della contrattazione dei metalmeccanici di ingiustificato c'è solo il lavarsene le mani da parte del governo. I lavoratori stanno semplicemente cercando di fare sentire la propria voce, sinora inascoltata. Non c'è nessuna compiaciuta condivisione di ambienti politici rispetto a presunti fatti illegali. C'è invece profonda condanna rispetto ad una destra insensibile alle problematiche sociali». Capito? I blocchi sono colpa della destra insensibile (della serie piove governo ladro).
Ma in realtà non è della polemica politica che vorrei parlare. Tante cose le ha dette, meglio di come le potessi esprimere io, Fausto.
Quello che mi chiedo è: lo sciopero non dovrebbe essere uno strumento estremo (non di lotta) della contrattazione tra lavoratori e aziende? Ormai sembra un abitudine. Parlo anche dell'azienda in cui lavoro. Ogni piccolo problema si proclama lo stato di agitazione. Possibile che non sia mai possibile cercare di risolvere le cose in altro modo?
Io la vedo così. Il rapporto di lavoro è formalmente semplice: tu mi paghi per un lavoro, diciamo che io vendo lavoro e vendo pagato per questo. Lo scambio avviene (più o meno, non biasimatemi di economia ne so poco), quando il mio lavoro soddisfa l'azienda e lo stipendio (ciò che cambio col mio lavoro) soddisfa me. I Problemi nascono quando ci si sposta da questo punto di equilibrio. Io posso non essere soddisfatto del mio stipendio e l'azienda del mio lavoro. Il problema è che se io non sono soddisfatto del mio stipendio posso sempre cercare condizioni migliori (no?) cercando di venderlo a un altro, ma l'azienda (se sono a tempo indeterminato) non mi può licenziare!! Già qui c'è una disparità.
Passando poi dal singolo al collettivo, le cose si complicano. Perchè i lavoratori hanno un arma in più: lo sciopero. A me va anche bene: scioperando non vengo pagato e l'azienda "produce" meno. Tutto perfetto, lo scipero va avanti o finchè io non posso più scioperare perchè devo vivere o perchè l'azienda non può perdere produttività, di norma quando entrambi si va a più miti consigli. Il tutto non funziona e sapete perchè: perchè scioperano in pochi e le aziende di danni non ne subiscono molti. Allora si bloccano le strade, perchè bastano 100 lavoratori su 10000 per fare macello, ma qui si esce dalla dinamica della contrattazione e di va nell'illegalità. Perchè lo si tollera tranquillamente???
Qui non si tratta di diritto allo sciopero, ma di un 10% di lavoratori che per ottenere quello che vuole crea danni e disagi a tutta la collettività per farsi sentire. E non mi si dica che hanno ragione e che sono esasperati!!! Se io fossi esasperato non bloccherei le ferrovie, cambierei lavoro.

4 Comments:

Blogger SGS said...

...condivisibile punto di vista. O meglio gli scioperi di cui veniamo a conoscenza sono così. Altri (a semplice livello aziendale) no. Comunqeu il premier aveva tirato fuori dati interessanti tempo addietro.

Ciao

5:10 PM  
Blogger SGS said...

ops! Hai ragione. Grazie! Ecco un campo che consco poco: la grammatica ;-)))

5:22 PM  
Anonymous Anonimo said...

Tra l'altro tutto 'sto casino per 6 euro al mese di differenza.
Paolo di lautreamont

10:33 AM  
Blogger SGS said...

E' un vero onore Paolo! ;-)

10:50 AM  

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