Sapessi com'è strano passeggiare il 16 di agosto a Milano...
Martedì sono tornato a casa, a Milano. Mercoledì, ultimo giorno di ferie, l'ho trascorso in parte a mettere a posto la casa e fare il bilancio di guerra relativo allo stato delle piante del balcone (vive, morte e x), in parte a girare per Milano, splendidamente percorribile, sia in auto che a piedi nel suo semi-deserto agostano (in realtà meno deserto di altri anni).
Milano ad Agosto è splendida, tanto che fa quasi tristezza il "dover" godere delle ferie in questo mese, piuttosto che a in altri periodi. Il traffico diventa vivibile e le strade, mediamente vuote, offrono paesaggi quasi surreali.
Le uniche presenze "fastidiose" sono quelle dei turisti, che per un copione scritto da non si sa bene quale celebroleso, percorrono solo determinate vie e affollano solo le celebri piazze. Piazza Duomo vince la palma delle maggiori presenza (e fin qui tutto è normale), seguita incomprensibilmente da Piazza della Scala. La fiumana dei turisti (in gran parte giapponesi) parte da piazza Fontana, percorre il tutto la strada affianco al Duomo, fa le due foto di rito, la prima all'abbside e la secondo alle impalcature della facciata, poi attraversa la galleria rompendo i maroni al povero toro e finisce il Piazza della Scala a fotografare quello che sarà pure un teatro mitico, ma che dall'esterno non è niente di che. I più arguti si spingono fino a percorre Corso Vittorio Emanuele e qualche temerario anche via Montenapoleone, ovviamente chiusa per ferie, per farsi una bella foto davanti alle vetrine di Armani. Per il resto niente, a parte il cenacolo.
Sant'Ambrogio, una chiesa gioielli, rimane lì distaccata, quasi snobbata, nel suo austero splendore.
Capita poi di fermarsi a prendere un'aperitivo al bar di Peck (causa chiusura dello Zucca un galleria dove senza venire pelati si può bere bene e pagare poco, a patto di bere al bancone), vedere entrare un folto gruppo di giapponesi che prima chiedono la lista, poi decidono di stare in piedi (per paura di essere pelati?) e poi dopo averla analizzata con calma (circa 20 min) chiedono tutti, ma dico tutti, la stessa cosa: una birra italiana. Grazie a Dio, Peck ha solo la Menabrea di italiana, che non è poi così male, ma veder che nel posto a Milano dove si può trovare vino di qualità ottima di tutti i tipi, nel posto che rappresenta un tempio del gusto ordinare una birra... beh lascia un po' interdetti. Per fortuna c'è la faccia del barista, che dopo 5 minuti di attesa diventa tutto un programma e le sue battute valevano da sole i 12.50 Euro di aperitivo!
1 Comments:
Concordo al cento per cento ;-)
Hai una mail? Me la potresti mandare al mio indirizzo please?
Grazie :-)
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