martedì, luglio 11, 2006

Metropolitanee

Con l'arrivo del mese di Luglio, a Milano scatta l'orario estivo dei mezzi pubblici. Niente di male, sta nella logica del mondo, meno persone se ne servono, soprattuto meno studenti, e le corse vengono ridotte.
Non si può, però, dire che la riduzione sia indolore. Non so se vi sia mai capitato di prendere la Linea 1 (la rossa, la più vecchia) d'estate. Per ragioni di lavoro la prendo tutti i giorni e posso anche dire di volerle bene. Beh, d'estate è caratterizzara da temperature e livelli di umidità prossimi a quelli di un paese tropicale.

Alle 7.30, dopo un attesa di circa 5 minuti (il doppio o quasi rispetto all'orario invernale), si sale. Dalla piacevole temperatura mattutina si passa al microclima tropicale delle carrozze affollate e nel giro di 5 minuti non ci si ricorda più il profumo del sapone usato la mattina.
La metro è uno straordinario ricettacolo di varia umanità. C'è un pò di tutto. Purtroppo d'estate mancano i gruppetti di studenti con i loro riti, il ripasso dell'ultimo minuto, il tacchinaggio selvatico dello zarretto di turno (tipico animale di periferia!) e i gruppetti di adolescenti (con rigoroso ombelico esposto di ordinanza) intente a commentare gli avvenimenti amorosi delle reciproche vite.
Anche in estate c'è materiale da osservare. Il punto comune è la lotta contro il caldo; lo spazio vitale che è sempre poco, in estate è ancora meno, soprattutto la mattina.
Per prima cosa ognuno cerca di non entrare in contatto fisico casuale con altri essere umani irradianti calore. C'è il manager con il suo bel vestito di fresco o di lino che si impegan a non pezzare oltre ragionevole limite e che, schifando la free press, legge con calma il suo Sole 24 Ore. C'è l'intellettuale, che sfoggia sempre abbinamenti cromatici degni di Ray Charles, con in mano l'Unita e Repubblica, perchè si sà che la cultura è solo lì. Poi c'è il lavoratore medio vestito dignitosamente, è l'elemento che fa la folle, quello che non si distingue e su cui si innestano i protagonisti di questa umanità pulsante; ovviamente legge solo free press e non ha tutti i torti, in fondo non si ha il tempo di leggere troppo, il giornale ingombra, richiede spazio libero per voltare le pagine (ma assicuro che chi si specializza ci riesce comunque... è solo questione di abitudine), e soprattutto è gratis. Il vero avvenimento è incrociare lo sguardo di qualcuno... perchè tutti sono troppo immersi nella lettura e nei loro pensieri per guardarsi intorno, ma come biasimarli, in metropolitana si legge bene, dopo il bagno è il miglior luogo di lettura possibile.
 
Il mio viaggio in metro dura poco: 35 minuti con un cambio.
A Duomo si passa alla Linea 3. e lì è tutto un altro mondo. Le carrozze sono sempre caldine, ma qui l'aria circola e si sta decisamente meglio. I corridoi di passaggio da una linea all'altra fanno fare un salto di decenni, dagli anni '60 della linea 1 ai '90 della 3. E' un tripudio di colore. La linea 3 ha un altro difetto. Non è più il caldo, qui è il rumore, ma se si è da soli non crea particolare problemi (almeno nel breve periodo).
Sulla 3 si riconosce il viaggiatore casuale, da quelle abitudinario, dal senso di spaesamento che genera l'apertura delle porte che, senza nessun pattern riconoscibile, avviene a volte a destra altre a sinistra, generando un periodico movimento di persone simile ad una danza.
Alla fine del viaggio si esce... Milano è diversa, c'è più luce e un panorama urbano differente. In pochi minuti la pancia della città ci ributta fuori, nel brulicare di gente e di traffico.
 
La metropolitana è come una grande arteria, un cuore sotterraneo, che "pompa" la gente per le strade, verso i posti di lavoro e poi verso casa. E' un pò come il respiro della città e scandisce le fasi alterne del giorno e della notte. E' un modo poetico e oscuro di viaggiare senza spostarsi, è un modo di vivere Milano dal profondo, per poi uscire ed apprezzare ancor di più tutto ciò che vive sotto il cielo azzurro di Lombardia, qui ai piedi della Madonnina.
 
La metropolitana è tanto parte di Milano, che pensarla senza sarebbe inpossibile. E mentre d'estate si lotta con il caldo... si aspettano i nuovi treni e le nuove linee, per nuove storie ed orizzonti, perchè Milano, anche qui, vive.
 
 
 

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Io uso linea 2 e 3.
E, lo confesso,le amo.

6:28 PM  

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